Per capire chi siamo ora, bisogna sempre ricordarsi da dove siamo partiti. Questa è una regola di vita semplice che spesso viene dimenticata. Guardiamo al presente, speriamo nel futuro ma non ci voltiamo dietro. Quest’errore non possiamo permettercelo.
Questa premessa mi serve per raccontare quello che ho visto al Teatro Troisi di Napoli. I miei amici Fabio Cannavo e Emanuele Calaiò hanno preparato, curando tutto nei minimi dettagli, uno spettacolo eccenzionale, unico ed irripetibile. I cinquecento presenti hanno potuto ripercorrere, attraverso i protagonisti, l’epopea degli albori dell’avventura del club di De Laurentiis. La storia che tutti vogliono dimenticare, quella dove il Napoli, che ha appena conquistato il suo quarto scudetto, andava sui campi di periferia e prendeva gli sputi e gli insulti. La serie C, la delusione della prima stagione, quella iniziata a settembre inoltrato con la sfida contro il Cittadella e culminata con lo spareggio perso contro l’Avellino, la promozione in carrozza nel secondo anno di terza serie, poi la serie B che allora era una serie A mancata con Napoli, Juventus, Genoa, Bologna, Brescia, Verona, Vicenza, Piacenza, Spezia, Triestina, Modena, Frosinone, Crotone e Bari. Stagione 2006/2007. L’Italia si era appena laureata campione del Mondo (adesso che sono anni che non partecipiamo neanche più), le italiane vincevano in Europa a mani basse e la nostra serie A era ancora il campionato più bello del mondo.
Ed in questo contesto di eccellenza globale del nostro movimento calcistico dei calciatori, poco più che ventenni, facevano nuovamente innamorare i ragazzini e gli adolescenti della maglia azzurra. Il Napoli a quel tempo era diventata la seconda squadra di tanti. Si tifava Inter, Milan, Juve, ma anche Roma, Lazio. Addirittura Parma e Fiorentina. In questo contesto quel Napoli ripartì per arrivare oggi a vincere due scudetti in tre anni. Parlare di quel periodo oggi poteva essere considerato un azzardo. Invece c’era fermento ed entusiasmo. Vedere il teatro pieno è stato bello. Per Fabio, per Manuele e per Napoli.
Il Viaggio Azzurro ha avuto due splendidi timonieri. Su quelle sedie a raccontare le varie peripezie alcuni protagonisti mai dimenticati. Qualche capello in meno, qualche chilo in più, ma sempre un grande cuore. Edy Reja, Pierpaolo Marino, Ivano Trotta, Ruben Maldonado, Gianello, Scarlato, Giubilato, Montervino ed Ignoffo. Un bellissimo viaggio, tutto azzurro. Bellissimo l’abbraccio finale tra la platea ed i protagonisti che si sono raccontati sul palco.