Acab è una serie che ci porta in trincea. Non esiste il giusto, esiste l’azione. La Polizia non è né demonizzata né esaltata. Il racconto è crudo ed intenso, 6 puntate da divorare una dietro l’altra in una sorta di visione ipnotica. Una storia che torna attuale, illuminando l’infuocato confine tra la giustizia e l’abuso. Spettacolare, elegante, coinvolgente. La prima scena è ambientata in Val di Susa dove i No Tav devono essere contenuti dalla squadra del Reparto Mobile di Roma. “Roma nun se ferma” è la sfida che percorre un confine sottile. Tra lecito e quasi lecito. Giustizia e vendetta. Le storie personali sono tragiche, chi fa il poliziotto, anzi il celerino, sa di aver abbracciato un lavoro che toglie intimità e normalità.
Tratta dal libro ACAB di Carlo Bonini pubblicato in Italia da Feltrinelli, la serie è un capolavoro di scrittura e di regia. Al centro dell’azione il Reparto Mobile di Roma. Ispirata all’omonimo film diretto da Stefano Sollima, che qui ricompare come produttore esecutivo, ACAB segue la storia di una squadra che si ritrova improvvisamente orfana del suo capo, gravemente ferito durante una sommossa. La tensione è sempre altissima: negli scontri, nelle cariche, nelle proteste, nei dialoghi e nelle pause. In evidenza le fragilità e i tormenti personali degli agenti. La regia di Michele Alhaique mette in evidenza le ombre di una professione sempre al centro della cronaca. La sceneggiatura è curata da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini. Da soli non contano nulla, insieme sono felici. Questa è lo spirito di squadra che valorizza uomini che si sentono orgogliosi solo quando indossano la loro divisa. Nelle sconfitte resta solo l’indissolubile legame tribale di fratellanza. Michele (Adriano Giannini), Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante) dedicano la loro vita alla Polizia, la vita privata è un incubo da vivere con tormento. Acab ti lascia dentro un senso di angoscia. Non guarderai più i poliziotti con gli stessi occhi dopo aver visto la serie.