Il film più bello di Paolo Sorrentino. Parthenope è l’atto di amore più intenso che Napoli abbia mai ricevuto. Sorrentino abbandona qualsiasi velo e svela con estrema sincerità il suo sentimento profondo e dilaniante per la sua città. Spesso le allegorie e le metafore del regista de La Grande Bellezza si prestano a tante interpretazioni. Qui è tutto più facile. Parthenope è Napoli. L’amore per una città così totalizzante può anche annientarti. Parthenope è bella. Così bella da non crederci. È impossibile essere felice nel posto più bello del mondo. Il fratello di Parthenope non resiste a tale intensità. Prova a starci al passo, fuma come lei, anche in acqua, ma si annienta. Il primo fidanzato Sandrino deve scappare da lei: per troppo amore. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Parthenope è amata, ammirata, stuprata. Parthenope è di tutti. Dell’alta borghesia, dei ricchi, dei nobili, dei poveri, dei pezzenti, rimane incinta dalla Camorra, ma ha la forza di abortire. Parthenope è sinuosa, quando si adagia sui suoi fianchi disegna la linea del Vesuvio e del Monte Somma. Ammalia, ti rapisce, ti incanta. Ti fa male. La Napoli di Achille Lauro, quella di Sophia Loren. Parthenope rispustera, intrigante, arrogante, stronza, ingenua. La Napoli di Giuseppe Montesanto recitato da Servillo. Paradiso ed inferno contemporaneamente. Vive tra due fuochi, affascinata dalle due sue anime. Tra la scienza e la religione, entrambe vissute con i nostri tipici eccessi. Il Vescovo ed il Professore. L’antropologia è saper vedere. La razionalità e l’irrazionalità che si mischiano in questa città, così come il sacro ed il profano. Il figlio del Professore, creatura fantascentifica ingenua ed enorme nutrita solo di acqua e sale, proprio come il mare che nutre ogni nostro pensiero. Il Vescovo Tesorone che urla al termine del film che Dio non ama il mare, fatto appunto di acqua e sale. Il Mare fa nascere Parthenope e la fa crescere nei suoi tormenti. Nel film non c’è la cartolina, non c’è lo stereotipo, la pizza, il babà e la sfogliatella. C’è l’anima di una città fatta di grandi contraddizioni. Napoli è nuda, è cruda, ti sbatte in faccia la sua bellezza. Si mostra, con voluttà. Non ci si abitua mai alla bellezza, che ti fa stare anche male. Si è sempre inadeguati difronte ad uno spettacolo così totalizzante. Film forte, eccessivo, ma soprattutto da vedere con gli occhi innamorati e lucidi di lacrime. Chi ama Napoli non può rimanere indifferente ammirando questo capolavoro di Sorrentino.

Colonna sonora perfetta. Era già tutto previsto entra in testa in maniera subdola. La Sandrelli, che interpreta Parthenope ormai matura, sospira sulla coda del film – dopo gli anni vissuti lontano da se stessa – ascoltando i cori del terzo scudetto. Un giorno all’Improvviso m’innamorai di te e poi sui titoli di coda le note di Gino Paoli Sai cosa c’è, c’è che mi sono innamorato di teSorrentino ama Napoli e chi ama Napoli non può non amare Parthenope.

È impossibile essere felice nel posto più bello del mondo
Il vero napoletano non va mai a Capri o è troppo povero o è troppo pigro
Ho notato che i giovani puntano sempre ostinatamente alla disperazione
Il silenzio nei belli è mistero, nei brutti fallimento
Fortunatamente ci sono gli scrittori a spezzare la monotonia delle parole
L’odore degli amori morti
La bellezza è come la guerra, spalanca le porte
Non posso venire a letto con lei solo per buona educazione
Io non la giudicherò mai, tu non mi giudicherai mai. D’accordo?
Gli attori nei vecchi film hanno la risposta giusta
Voi napoletani siete depressi e non lo sapete
Vi vantate di essere furbi
Rubate e recitate male San Gennaro senza scrupoli, ma la disgrazia siete voi. Siete un popolo di disgraziati e vi vantate di esserlo

non ce la farete mai, sento che io non sono più napoletana da molti anni io mi sono salvata ma voi no voi siete morti
Questa città non sarà mai elegante
Se hai gli occhi spenti questa città non l’accetta
Io mi chiamo Parthenope, non mi sbaglio mai
Confondeva l’irrilevante con il decisivo
L’illusione della spensieratezza
Tu sei una furbacchiona, Tu sei una donna rara
Alla fine della vita resterà solo l’ironia
Cosa ti piace di una donna? La schiena. Il resto è pornografia
A cosa sto pensando? Sei come il miracolo di San Gennaro un mistero o una truffa, ora facciamo l’amore
Il tempo che scorre accanto al dolore forse non è così
L’antropologia è vedere
È difficilissimo vedere è l’ultima cosa che si impara
Perché non si è spostata? Nessuno me l’ha chiesto sul serio. I figli? Mi sono distratta. Ed ora..
A cosa stai pensando?
Siamo stati benissimo ed infelici. È stato meraviglioso essere ragazzi. È durato poco…

Triste e frivola determinata e svogliata come Napoli, dove c’è posto per tutto. Sono stata viva e sola

A cosa stavo pensando? L’amore
Per provare a sopravvivere è stato un fallimento. Forse non è così…
Un giorno all’improvviso mi innamorai di te….
Dio non ama il mare. Ricordatevelo!