
Pazzi di Pizza è un format tv che mi ha molto preso. Si parla di pizze e soprattutto di pizze napoletane. Sal Da Vinci e Fabio Esposito conducono in maniera accattivante un programma incentrato su una sfida tra due pizzerie dello stesso quartiere. Però dal tono e dalla narrazione si capisce immediatamente che l’esito finale non è la cosa più importante. Sembra quasi un programma di divulgazione scentifica per gli appassionati di pizza: le lievitazioni, gli impasti, le farine, il forno, gli ingredienti e le varie particolarità per rendere speciale una delle nostre eccellenze mondiali sono il focus principale del programma. In ogni puntata si sfidano due pizzaioli ma senza frenesia, senza troppo agonismo, ma solo per il gusto di confrontarsi. Come se fosse un’amichevole di preseason e non una finale di Champions League. I partecipanti ogni volta mostrano il loro orgoglio di appartenere ad una categoria così speciale. La pizza a Napoli è quasi una religione ed è giusto che in questo format venga data molta evidenza all’arte della pizza. Un’arte antica che però spesso viene rivisitata o stravolta. La pizza è un must, però va anche valorizzata e con Pazzi di Pizza quest’operazione mi sembra riuscita. La sfida è solo un pretesto. Il risultato finale non è neanche tanto importante rispetto alla narrazione. Pazzi di Pizza merita di essere seguito soprattutto per tutti gli appassionati della categoria #food. L’idea del format è di Casta Diva per Warner Bros Discovery. La serie è disponibile in streaming su discovery+ subito dopo la messa in onda lineare su FoodNetwork
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